LA SUA VENUTA AL MONDO IL 23 AGOSTO DEL 1924
Fu qui che Natuzza Evolo venne alla luce il 23 agosto del 1924, 235° giorno del calendario gregoriano. All’epoca Paravati era un piccolo borgo del Comune di Mileto segnato dall’abbandono e dalla fame.” Vivrà solo pochi giorni”, disse con aria affranta la levatrice guardando la nascitura negli occhi. Dello stesso avviso si mostrò la zia materna Caterina Valente. Dopo aver ascoltato queste parole, la madre Filomena Maria Angela Valente, poco più che ventenne e gli altri parenti, tra cui i nonni materni Antonino Valente e Giuseppina Rettura, pensando che la piccoletta non sarebbe sopravvissuta, decisero, dopo un rapido consulto, di battezzarla, esattamente il giorno dopo. Ma il mistero che circonda la vita di ogni uomo è infinito ed imperscrutabile. Nessuno può prevederne il corso degli eventi. Ed ovviamente neppure i testimoni di quella nascita apparentemente uguale a tante altre potevano minimante immaginare in quel giorno afoso e silenzioso di quell’estate antica, segnata dalle assenze e dalla costante presenza delle insolenti zanzare provenienti dal fiume Mesima, il percorso unico e irripetibile al servizio del bene e dei tanti cercatori di Dio che avrebbe caratterizzato il corso della vita di quella bimbetta indifesa e bisognosa di cure. (A cura di Vincenzo Varone)
L’ABITAZIONE DOVE LA MADONA NEL 1944 ANNUNCIO’ A NATUZZA LE GRANDI OPERE CHE SAREBBERO SORTE IN FUTURO
In questa modesta abitazione Natuzza Evolo andò a vivere dopo essersi sposata con Pasquale Nicolace. Ed è qui che la Madonna il 17 gennaio del 1944 le annunciò le grandi opere che negli anni a venire sarebbero sorte. L’apparizione avvenne - come la stessa mistica ebbe modo poi modo di riferire in futuro ai suoi padri spirituali don Pasquale Barone e padre Michele Cordiano, nonché alle persone a lei più vicine - alle tre del pomeriggio. La Vergine Maria, che si presentò con il titolo di “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime”, assicurò a Natuzza che in futuro si sarebbe realizzata la “Villa della Gioia” che avrebbe avuto al suo interno “una grande e bella chiesa” dedicata al “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime”. Fortunata Evolo riferì, inoltre, che la Madonna le era apparsa in una stanza inondata di azzurro con accanto Gesù e san Giovanni Battista, invitandola a non dire niente a nessuno e che sarebbe stata lei a dirle quando sarebbe stato il momento giusto di fare l’annuncio. Riferirà, poi, in seguito: “Allora, ogni volta che io vedevo la Madonna le chiedevo quando ci sarebbe stata questa nuova casa e la Vergine mi rispondeva: "Ancora non è giunta l’ora per parlare". Il momento tanto atteso giunse alla fine del 1986. Da qui la nascita della fondazione che vide la luce, all’inizio come associazione, il 13 maggio 1987. (A cura di Vincenzo Varone)
LA CASA DI VIA NAZIONALE
Natuzza Evolo ha trascorso una parte importante della sua vita in questa casa di via Nazionale. Ed in questo luogo - dove ancora si coglie in ogni angolo la sua materna protezione - che la mistica ha vissuto con il marito Pasquale Nicolace e con i suoi cinque figli prima che si sposassero. La sua giornata in questa abitazione, che racchiude pagine di storia viva, iniziava prestissimo, mamma Natuzza, infatti, per potersi dedicare completamente per quasi tutto l’arco della giornata alle centinaia di persone bisognose di conforto, che già sin dalle prime ore del mattino attendevano di poter parlare con lei, si alzava alle cinque, si metteva ai fornelli e nello stesso tempo si dava da fare per sbrigare tutte le altre incombenze domestiche. Subito dopo, con il rosario tra le mani, iniziava a colloquiare con la gente. Dal primo marzo 1998, per via delle sue precarie condizioni di salute, ha lasciato questa casa, insieme al marito, per trasferirsi nel Centro anziani “monsignor Pasquale Colloca”, nel complesso della fondazione “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime”, dove ha vissuto gli ultimi undici anni del suo cammino terreno continuando ad offrire una parola di conforto e di speranza a chi ne aveva bisogno. (A cura di Vincenzo Varone)
LA CASA DELLA FAMIGLIA COLLOCA DOVE NATUZZA EVOLO IL 26 LUGLIO DEL 1940 VISSE LA MORTE APPARENTE
Natuzza Evolo visse tra la fine degli anni Trenta e l’inizio del 1940 per un certo periodo in questa casa della famiglia dell’avvocato Silvio Colloca, con il compito di aiutare nelle faccende domestiche la moglie del professionista, la signora Alba. Fu in questa abitazione che ebbero luogo alcune delle prime visioni dei defunti. Ed è qui che la giovane Fortunata visse la morte apparente. Natuzza, all’epoca appena sedicenne, non comprendendo il significato di “morte apparente” disse ai Colloca che la Madonna le aveva detto che il 26 luglio 1940, giorno di Sant’Anna, sarebbe morta. Nel giorno preannunciato Fortunata cadde in un lungo sonno profondo, che durò sette ore, costantemente seguita da numerosi medici, tra cui i fratelli Naccari, appartenenti ad una storica famiglia del luogo. Al suo risveglio raccontò che si era trovata “in Paradiso al cospetto di Gesù” che le chiese di “portare a lui le anime, di amare e compatire, di amare e soffrire”. Mamma Natuzza ha sempre ricordato il 26 luglio del 1940 come il “Giorno della Promessa”, ovvero “il più bello della mia vita”. Alcuni anni prima di morire la mistica confidò a don Pasquale Barone che in “quel lungo viaggio” la Madonna le aveva fatto vedere le opere che sarebbero sorte negli anni a venire a Paravati compresa la chiesa. (A cura di Vincenzo Varone)